Il Supply Chain Manager un valore aggiunto per l’azienda

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Il Supply Chain Manager un valore aggiunto per l’azienda

Cari lettori/trici oggi inauguriamo una nuova sezione del blog dedicata alle professioni chiave ed iniziamo con la figura del Supply Chain Manager. Il diffondersi della Pandemia e il conseguente aumento del commercio elettronico hanno costretto la funzione logistica ad operare profonde trasformazioni e la figura del Supply Chain Manager (o Responsabile della Logistica) ha assunto un ruolo sempre più strategico all’interno delle aziende. Ma chi è il Supply Chain Manager? Cosa fa? Quali sono le sue responsabilità? Quanto guadagna e, soprattutto come si diventa Supply Chain Manager?

Chi è il Supply Chain Manager?

Cominciamo col dire che il Supply Chain Manager rappresenta per ogni azienda, sia che si tratti di azienda di produzione, sia che lavori in un’azienda della distribuzione, una figura di assoluto rilievo perché si occupa di gestire la catena di distribuzione (supply chain, appunto). L’obiettivo principale che si prefigge di raggiungere consiste nel massimizzare il livello di servizio fornito al cliente finale, attraverso l’ottimizzazione dei costi operativi e del capitale investito. Si tratta di un ruolo molto articolato. Nelle aziende produttive il Supply Chain Manager è responsabile dell’intera catena di approvvigionamento, in particolare deve coordinare la funzione Acquisti con la Produzione, deve occuparsi della gestione dei Magazzini e, infine, deve occuparsi di gestire le spedizioni dei prodotti. Volendo sintetizzare, si potrebbe dire che questa figura professionale si occupa di qualsiasi aspetto riguardante la supply chain, dall’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la fabbricazione del prodotto, fino ad arrivare ad alcuni aspetti strategici relativi alla previsione sulle vendite. Le funzioni svolte dal Supply Chain Manager vanno oltre i confini dell’azienda, interagendo con le altre reti di imprese esterne che sviluppano prodotti rivolti al consumatore finale. Tradotto in parole più semplici, il Supply Chain Manager mira a creare legami tra clienti, fornitori e distribuzione in una visione globale.

Cosa fa il Supply Chain Manager?

Il supply chain manager abbiamo detto in precedenza si occupa di gestire l’intera catena di produzione, questo significa che deve controllare l’acquisto e l’approvvigionamento delle materie prime, che poi l’azienda utilizzerà per dare origine ad un prodotto. Tra i compiti di questo professionista si possono annoverare:

  • La gestione della catena di distribuzione, al fine di ottimizzarne gli aspetti operativi e strategici;
  • La gestione dei tempi di distribuzione, nel senso che le attività devono essere svolte nel minore tempo possibile;
  • La supervisione di tutte le fasi che accompagnano beni e servizi, dalla loro creazione al consumo finale;
  • La gestione dei costi di approvvigionamento, trasporto e produzione, evitando gli sprechi;

A seconda delle dimensioni dell’azienda, lo spostamento delle merci può essere affidato a personale e mezzi propri oppure può essere esternalizzato ad imprese esterne di trasporti. In questo secondo caso, tra le mansioni del Supply Chain Manager figurano anche il coordinamento del personale addetto ai trasporti e la gestione delle flotte aziendali, oltre alla negoziazione dei contratti stipulati con le società di trasporto e spedizione. Per svolgere al meglio le attività previste da questo ruolo professionale occorre essere in grado di pianificare gli acquisti e la gestione di un magazzino, programmando scorte e approvvigionamenti. Un aspetto importantissimo della sua professione, infatti, riguarda la capacità di programmare le scorte in modo da evitare rotture di stock che creerebbero notevoli disagi al cliente finale che vedrebbe slittare la consegna dei suoi prodotti.  Sono poi indispensabili doti organizzative e di analisi oltre ad un’attitudine al lavoro di squadra.  I suoi compiti, poi, riguardano anche la comunicazione e la gestione dei rapporti con i fornitori, può per esempio decidere di cambiare fornitore, oppure scegliere di comprare nuove materie prime al posto di altre.

Quali sono le sue responsabilità?

La figura professionale del Supply Chain Manager ha diverse responsabilità, dal momento che il suo raggio d’azione è alquanto ampio. Nello specifico egli è responsabile:

  • della negoziazione dei contratti con tutte le parti coinvolte nel processo di compravendita e di stoccaggio dei beni (come, ad esempio, le compagnie di navigazione, gli operatori doganali, i responsabili di magazzino etc.);
  • dello sviluppo di strategie volte a migliorare la catena di approvvigionamento, attività che prevede il coordinamento e la supervisione delle operazioni di fabbricazione;
  • dell’ ottimizzazione delle risorse operative, cercando sempre di ridurre le spese dell’azienda;
  • dell’ analisi e del monitoraggio costante del lead time;
  • della valutazione del rischio connesso alla deperibilità dei beni, alla domanda e all’offerta;
  • di organizzare i magazzini e la distribuzione;
  • di cercare soluzioni sempre nuove per ottimizzare il processo logistico.

Da lui dipendono i costi della manodopera, la produttività del personale, i livelli delle scorte e le strategie di stoccaggio.

Quanto Guadagna il Supply Chain Manager?

Ovviamente la retribuzione del Supply Chain Manager varia in funzione degli obiettivi che riesce a raggiungere e dell’esperienza che possiede. Pertanto quando si parla di compensi non si può dare un dato puntuale, ci si deve accontentare di un dato medio. La retribuzione media di un Supply Chain Manager è pari a 65.000 euro lordi all’anno, tuttavia, una figura con una seniority di meno di 3 anni di esperienza può aspettarsi uno stipendio di 45.000 euro lordi annui, mentre un Supply Chain Manager che ha maturato 10/20 anni di esperienza arriva a guadagnare fino a 120.000 euro all’anno.

Come si diventa un Supply Chain Manager?

Il ruolo del responsabile della catena di produzione è un ruolo manageriale. Questo sostanzialmente equivale a dire che non esiste una laurea specifica per questa professione. Si diventa supply chain manager solo dopo avere scalato le gerarchie in un’azienda e dopo avere dimostrato di possedere le competenze adeguate per occupare quel ruolo.

Generalmente si può arrivare a questo livello conseguendo un titolo di studio che sia legato al management o comunque all’economia aziendale. Non è, poi, infrequente il caso in cui i supply chain manager arrivano a svolgere questa professione partendo da una laurea in ingegneria gestionale, e successivamente facendo gavetta all’interno di un’impresa. Ovviamente, una volta conseguita la laurea, esistono diversi corsi e master che specializzano in questo specifico settore chi ambisce a diventare supply chain manager. Anche i master puri in management aziendale rappresentano una opzione molto gettonata per questo tipo di professione. La formazione universitaria e post-universitaria è senz’altro determinante per ricoprire il ruolo, ma sarà l’esperienza, le doti di leadership e la capacità di gestire risorse umane la chiave del successo per chi ambisce a diventare Supply Chain Manager.

Bibliografia:

https://www.michaelpage.it/advice/professioni/procurement-supply-chain/professioni-e-carriere-supply-chain-manager

Difrancescobaldin

Mi chiamo Francesco Baldin, ho una Laurea Specialistica in Economia Aziendale e un Master in Business Administration. Ho esperienza in ambito Amministrazione, Finanza e Controllo e Acquisti. Da Aprile 2018 sono ideatore e amministratore di un blog professionale che ha come obiettivo la condivisione di articoli, opinioni ed esperienze in ambito economico-aziendale.

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Dott. Francesco Baldin - Treviso - IT

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