La Remondiniana: la prima multinazionale dell’immagine

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La Remondiniana: la prima multinazionale dell’immagine

La Remondiniana è considerata la prima vera major mondiale dell’immagine. L’impresa prende il nome dai Remondini, dinastia bassanese, un colosso industriale che fece la sua fortuna puntando sull’originalità, sulla qualità e sull’export. Le loro incisioni imposero modelli iconografici che contribuirono a dare immagine visiva pressoché universale a racconti, luoghi e persino a culti. Il fondatore Giovanni Antonio Remondini (Padova 1634-1711) verso il 1660 fondò la tipografia che riuscì col tempo ad accentrare gran parte della produzione letteraria popolare a cui aggiunse quella iconografica. Intorno alla metà del Seicento Giovanni Antonio Remondini, poco più che ventenne, giunse da Padova a Bassano e aprì nella piazza maggiore della città un negozio di telerie, lane, sete e attrezzi di ferro. In seguito aggiunse alle sue merci anche xilografie di santi e di soggetti popolari che i contadini acquistavano per le loro case. Il Remondini pensò successivamente di stamparsele in proprio ed acquistò un vecchio torchio. Quel primo torchio segnò l’inizio di una delle più importanti calcografie d’Europa. Alle stampe dai colori vivaci si aggiunsero i libretti di storie per soddisfare i gusti semplici del popolo minuto, giochi come il giro dell’oca o i soldatini di carta. L’intuizione dei gusti popolani dell’epoca e l’utilizzo di venditori ambulanti che portarono le stampe porta a porta per mezza Europa crearono la fortuna dei Remondini. Nel 1711 alla morte del fondatore il patrimonio fu diviso tra gli eredi e la stamperia toccò al figlio Giuseppe e ai suoi discendenti. Dopo un secolo la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo che davano lavoro ad oltre 1.000 operai. Nella stamperia lavorarono molti valenti incisori che elevarono la produzione ad un piano europeo. I Remondini furono i Murdoch d’un tempo. Le loro immagini venivano distribuite ovunque, dalla Patagonia alla Siberia, dall’ Irlanda all’Impero Ottomano, influendo non poco sulla storia dell’iconografia oltre che della comunicazione. Bassano era il cuore di questo impero mediatico allora davvero universale. Qui venivano stampati e personalizzati nelle diverse lingue i materiali per ogni luogo raggiungibile del mondo. Qui venivano a rifornirsi coloro che questo mondo percorrevano a piedi: due grandi centrali distributive, quella dei Tesini che percorrevano l’Europa, dalla Germania ai Paesi nordici per poi spingersi ad ovest verso le Americhe, e gli Schiavoni cui era affidato l’intero est del mondo, sino al Pacifico. Nel ‘700 la famiglia Remondini possedeva 18 macchine tipografiche, 24 torchi per la stampa in rame e 2 per le carte a fiori, 4 cartiere e una fonderia di caratteri. La sua produzione di immagini sacre detta «I santi dei Remondini» ma anche di immagini cavalleresche, le vedute di città, le cosiddette vedute ottiche (anticipatrici del cinema), di «quattro stagioni», carte da gioco, animali, soldatini da ritagliare, ritratti e calendari, era diffusa in tutta Europa compresa la Russia e l’America, con didascalie in latino e italiano, francese, spagnolo, tedesco, slavo, greco, russo…

La diffusione delle stampe remondiniane, rappresentanti immagini sacre, avveniva attraverso i venditori ambulanti, i quali erano in grado di raggiungere i luoghi esclusi dal normale circuito commerciale e lontani dalle principali vie di comunicazione. Essi arrivarono, per lo più, ad un pubblico di matrice popolare e il successo avvenne tramite una distribuzione capillare anche in luoghi dispersi. I venditori ambulanti, svolsero, quindi, un importante ed insostituibile funzione di collegamento tra il centro di produzione e il consumo periferico, riportando il gusto dei clienti lontani, ai quali la produzione si adeguava. La rete commerciale dei Remondini fu una della ragioni principali del loro successo. Nella seconda metà del ‘700, la diffusione dei prodotti bassanesi poteva avvenire per via di rapporti diretti istituiti tra la sede veneziana di San Salvador e i corrispondenti stranieri, oppure, tramite i venditori ambulanti. La famiglia Remondini fu una delle prime famiglie imprenditoriali a dare una grande importanza alla figura dell’agente. I Tesini, contadini dell’Alta Valsugana, per certi versi, potrebbero essere considerati gli antenati di quelli che oggi chiamiamo Export Area Manager. Non bastando il reddito derivante dalla lavorazione delle terre, essi mandavano i figli a fare i commercianti oltre confine. In ambito italiano, i rapporti più intensi e capillari erano con gli stati centro-meridionali (Romagna, Marche, Umbria), anche se in certe città, come Napoli, c’era difficoltà nella riscossione dei pagamenti. In ambito europeo, il mercato principale si sviluppò con la penisola iberica, mentre scambi di un certo interesse risultavano con l’Europa centro-orientale: Cracovia, Varsavia, Monaco. In Francia invece i rapporti si rilevarono di scarsa importanza, dato che i librai d’oltralpe costituivano i principali concorrenti. I Remondini concedevano ampie dilazioni per i pagamenti, normalmente il saldo della merce doveva essere effettuato entro un anno dalla spedizione; spesso però si lamentavano della lentezza dei trasporti (5-6 mesi), per questo motivo, allora, concedevano delle dilazioni anche superiori ad un anno, a partire dalla data di consegna della merce. Questo sistema commerciale andò avanti, senza incontrare ostacoli, sino all’ultimo decennio del Settecento, quando le guerre napoleoniche interruppero le vie di traffico. Fino agli anni ’89 del settecento, la stamperia dei Remondini, produceva prodotti destinati alle categorie popolari. Era l’azienda a cui tutti aspiravano di lavorare prima o poi. Era composta da circa un migliaio di dipendenti, che lavoravano dalle 12 alle 15 ore al giorno. Era una delle più grandi fabbriche in tutta la Repubblica di Venezia.

BIBLIOGRAFIA:

https://www.museibassano.it/collezione/museo-remondini (16/09/2021)

http://www.remondini.net/newsite/?q=system/files/storia%20della%20famiglia%20Remondini.pdf (16/09/2021)

Difrancescobaldin

Mi chiamo Francesco Baldin, ho una Laurea Specialistica in Economia Aziendale e un Master in Business Administration. Ho esperienza in ambito Amministrazione, Finanza e Controllo e Acquisti. Da Aprile 2018 sono ideatore e amministratore di un blog professionale che ha come obiettivo la condivisione di articoli, opinioni ed esperienze in ambito economico-aziendale.

One thought on “La Remondiniana: la prima multinazionale dell’immagine
  1. Che bello questo post sulla storia di una famiglia così pionieristica! Una Bassano tutta da scoprire…

  2. E’ interessante capire come una famiglia di imprenditori veneti ha posto le basi del commercio internazionale. Del resto la Serenissima Repubblica di Venezia ha offerto grandi opportunità commerciali ad aziende come la Remondiniana. Ho visitato diverse volte la città di Bassano ma non sapevo nulla di questa famiglia prima di leggere questo post. Grazie.

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Dott. Francesco Baldin - Treviso - IT

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