La Contabilita’ Analitica applicata alle commesse
La contabilità analitica riveste un ruolo chiave tanto per le aziende industriali tradizionali quanto per le imprese che lavorano su commessa. Così come avviene nella produzione in serie, anche nella produzione su commessa l’imprenditore dovrà strutturare la sua azienda in centri di responsabilità e attribuire a ciascun centro i costi di sua competenza. Inoltre ciascuna commessa dovrà avere un responsabile (capo commessa) a cui sarà affidato il compito di coordinare i soggetti che sono responsabili dei vari centri di costo (Fig. 1). Serve dunque un sistema contabile che sia in grado di gestire le informazioni provenienti dai vari centri di responsabilità. In altri termini, la contabilità analitica serve per attribuire i costi di competenza delle singole lavorazioni ai centri a cui afferiscono e per verificare che suddetti costi non sforino il tetto di spesa programmato.
Fig.1 – Esempio di struttura organizzativa dei costi di una commessa

Come si costruisce, allora, un sistema di contabilità analitica di commessa? Prima di capire come si realizza un sistema di contabilità analitica su commessa è opportuno capire quali differenze esistono tra la contabilità generale (CO.GE) e la Contabilità Analitica (COA). Per farlo ci serviremo della tabella sottostante (Tav.1).
Tavola 1 – Principali differenze tra Contabilità Generale e Analitica
Tipo di contabilità/ criterio distintivo | Contabilità Generale | Contabilità Analitica |
Scopo | Rilevare i movimenti di valori tra l’azienda e i soggetti esterni | Rilevare i movimenti che riguardano solo i processi aziendali |
Oggetto | Fatti di gestione esterni aventi manifestazione numeraria | Fatti di gestione interni all’azienda (utilizzo dei fattori produttivi nei processi) |
Epoca di riferimento | Solo passata | Passata e/o futura |
Classificazione Costi | In relazione alla natura fisica ed economica dei fattori | Per natura e (soprattutto) per funzione dei fattori produttivi impiegati |
Precisione e tempestività delle rilevazioni | Dati precisi e spesso non tempestivi (i risultati si calcolano 1 volta l’anno) | Dati meno precisi ma più tempestivi, con la possibilità di volgerli anche al futuro |
Obbligatorietà | Obbligatoria per legge | Facoltativa |
Metodo di rilevazione | Contabile (partita doppia) | Contabile ed Extracontabile secondo le esigenze specifiche |
La contabilità analitica riveste un ruolo importante a livello direzionale, in quanto agevola lo studio delle dinamiche aziendali mediante rilevazioni di tipo assai eterogeneo (contabili, statistiche, misurazioni in termini di quantità, indicatori di tipo qualitativo). Inoltre con la contabilità analitica l’azienda viene suddivisa in settori, ciascuno con una propria contabilità e con risultati propri (o almeno con competenze e risorse proprie). L’obiettivo principale a cui punta la Contabilità Analitica è quello di fare in modo che ogni settore sia guidato da un responsabile che possa, da un lato, attuare le direttive della Direzione e, dall’altro, spiegare perché si sono ottenuti determinati risultati. Il primo passo, pertanto, consiste nell’individuare le diverse parti in cui può essere scomposta l’azienda. Nel caso delle aziende che producono su commessa i centri di responsabilità coincidono con le commesse, ma la scelta inerente al numero di unità da creare deve dipendere sia dalla complessità organizzativa e gestionale dell’impresa, sia dalle esigenze informative che vengono manifestate dagli organi direttivi. Quale che sia il grado di ampiezza della contabilità analitica, la sua articolazione dovrebbe comunque seguire l’assetto della struttura organizzativa, poiché proprio nella struttura organizzativa sono contenute le indicazioni inerenti ai ruoli assegnati all’interno della scala gerarchica e, inoltre, le informazioni che si vogliono ottenere hanno per destinatari proprio gli organi direttivi; questo non significa che ad ogni ruolo direttivo corrisponderà un centro di raccolta delle informazioni, ma semplicemente che in questo modo si possono più facilmente tracciare i percorsi che dovranno seguire le informazioni. La contabilità di commessa, da un punto di vista pratico, attinge dalla contabilità generale da cui si ricavano i valori inerenti le lavorazioni per poi costruire degli oggetti di studio separati. La costruzione della contabilità di commessa può avvenire attraverso due modi:
- Creare dei sottoconti nel piano dei conti di partenza in modo da suddividere una serie di valori (economici e finanziari) tra le commesse a cui si riferiscono;
- Passare ad un altro sistema contabile fatto di rilevazioni extra-contabili nel quale verranno fatte confluire tutte le rilevazioni relative alle singole commesse.
Ricorrendo ad un sistema extra-contabile, i valori relativi alle singole commesse dovranno essere inseriti ex novo e la loro somma potrebbe non quadrare con i valori del conto sintetico movimentato in contabilità generale. Per ovviare a questo problema, la funzione amministrativa potrebbe ricorrere ad un sistema contabile integrato dove contabilità analitica e generale vengono alimentate dagli stessi dati. In alternativa si potrebbero utilizzare dei prospetti di raccordo per evitare che le contabilità parziali vengano alimentate da rilevazioni non corrette.
Bibliografia:
Manca, F. (2016) “Controllo di Gestione nelle aziende che producono su commessa” Wolters Kluwer, Milano.