Il ruolo dei Costi Standard nel processo di controllo
Parlare di Costi Standard significa fare riferimento a costi predeterminati in modo scientifico a cui si fa ricorso per la fabbricazione di una singola unità – o di un certo numero di unità del prodotto durante un periodo determinato del futuro immediato.
Il termine standard nello specifico identifica qualcosa di predeterminato che tiene conto di una serie di condizioni; ecco allora che il costo standard rappresenta un tipo di costo di prodotto che tiene conto delle condizioni operative correnti e/o previste: si tratta di costi che vengono determinati sulle condizioni normali o ideali di efficienza e di volume. Per quanto riguarda i dati relativi ai materiali ed alla manodopera, sono generalmente basati sulle condizioni correnti, anche se va tenuto conto delle alterazioni nei prezzi e nei corsi.
Un costo standard, come si può facilmente dedurre dal termine, consiste di due elementi: un “costo” ed uno “standard”. Quando si parla di standard si fa riferimento al metodo – o al tipo di misurazione- determinato con cura per l’esecuzione di un compito, ad esempio, costruire un tavolo o montare un apparecchio radio. Quando di fissa uno standard la domanda che ci si deve porre è la seguente: “quanto mi costa per es. costruire un tavolo?”. Le misurazioni di carattere quantitativo e qualitativo ed i metodi di fabbricazione vengono tradotti in termini di costo con il solo obiettivo di giungere al costo standard. Lo standard deve essere concepito in termini di voci specifiche, si pensi ad esempio ai chilogrammi di materiali, alle ore di manodopera richieste e alle ore di capacità degli impianti da impiegare. Questi standard di carattere fisico, che costituiscono la base per il calcolo dei costi standard, devono essere fissati con la massima precisione: non a caso, molto spesso, si tende a non mutare mai lo standard, salvo che per cambiamenti introdotti nei metodi operativi o nei prodotti. L’unica cosa che varia è la quantità di denaro che sarà soggetta alle fluttuazioni delle retribuzioni o dei prezzi dei materiali.
Esistono due tipi di costi standard: standard di base e standard correnti.
Il primo (lo standard di base) è un metro di paragone al quale vengono confrontate le prestazioni sia previste che effettive. Esso rappresenta quindi in un certo senso un indice sulla cui base vengono misurati tutti i risultati successivi. Si tratta di uno standard che non subisce mutamenti a meno che non intervengano variazioni nei metodi di fabbricazione, nei prodotti o in altri importanti componenti.
Il secondo (lo standard corrente) è uno standard valido per un certo periodo, per certe condizioni e per certe circostanze; esso prende il posto di un costo effettivo e viene utilizzato nei libri contabili e, perfino, talvolta, nei bilanci. Le variazioni fra i costi effettivi ed i costi standard vengono considerate come profitti o perdite, dovuti a efficienza o inefficienza. Tali standard devono essere sottoposti a revisione per tenere conto di variazioni nei metodi e nei prezzi. Quando si fissano gli standard (sia che si tratti di standard di base che correnti), vengono determinati i tre differenti tipi di standard quali:
- Standard determinati per il livello di attività previsto per l’anno prossimo. Si presenteranno ancora variazioni dovute ad inefficienza, sprechi o errori; esse non possono essere completamente eliminate;
- Standard determinati per un livello di attività considerato “normale”. Gli standard normali rappresentano una media che prende in considerazione le fluttuazioni dovute a cause economiche di carattere ciclico. Tali standard sono soprattutto applicabili all’assorbimento delle spese generali. Gli standard di materiali e di manodopera sono generalmente determinati sulla base delle prestazioni previste. La quantità di materiali e di manodopera da impiegare, nonché i prezzi che devono essere corrisposti per i materiali e la manodopera, vengono generalmente riferiti alle condizioni effettive previste;
- Standard determinati per un livello di attività considerato come livello di efficienza teorico (ideale o massimo). Questi standard rispecchiano condizioni e prestazioni che soltanto raramente possono essere raggiunte e mai sostenute a lungo. Molto raramente si pensa di poterli conseguire: essi vengono posti come obiettivi. A causa della loro “strettezza”, essi possono avere un effetto demoralizzante sulla forza lavorativa; inoltre, come strumento di paragone, essi hanno un’utilità piuttosto limitata per la direzione.
I costi standard vengono utilizzati per:
- Accrescere e misurare il livello di efficienza;
- Controllare e ridurre i costi;
- Semplificare le procedure per la determinazione dei costi;
- Effettuare la valutazione delle scorte;
- Determinare i prezzi di vendita.
1) Accrescere e misurare il livello di efficienza: E’ opportuno che gli standard vadano determinati con il maggior grado di precisione possibile, in quanto l’efficacia del controllo e della riduzione dei costi, nonché l’efficacia nell’accrescimento e nella misurazione del livello di efficienza dipendono dalla qualità degli standard medesimi.
2) Controllare e ridurre i costi: Mediante l’impiego degli standard, è possibile comunicare alla direzione i motivi per i quali i costi non corrispondono a quelli desiderati. Gli standard rappresentano uno strumento di misurazione che si focalizza sulle variazioni di costo. Quando i risultati vengono portati a conoscenza dei vertici aziendali e dei capi, essi diventano sensibili al problema dei costi: questa sensibilità tende a ridurre i costi ed a favorire le economie in tutte le fasi dell’attività aziendale.
3) Semplificare le procedure per la determinazione dei costi: L’utilizzo dei costi standard ai fini contabili semplifica le procedure di determinazione dei costi, a causa della conseguente riduzione del personale impiegatizio e delle spese relative. Un sistema completo a costi standard è normalmente accompagnato dalla standardizzazione delle attività produttive. Gli ordini di lavorazione, richiedendo quantità standard di prodotto e interventi specifici di manodopera, possono essere preparati in anticipo rispetto alla produzione effettiva (si pensi ai buoni di prelievo a magazzino, ai cartellini di lavorazione, alle bolle di lavoro). Nel momento in cui gli ordini per una parte verranno passati in fabbrica, si applicheranno requisiti, processi e costi determinati in precedenza. Il lavoro impiegatizio connesso diventa tanto più semplice quanto maggiormente standardizzata è la produzione. Ai rapporti può essere data forma sistematica, in modo che essi presentino informazioni complete e regolari circa gli standard, i costi effettivi e gli scostamenti. Tali rapporti sono integrati dai rendiconti finanziari nei quali essi vengono ad innestarsi.
4) Effettuare la valutazione delle scorte: Una raccolta completa dei costi standard, classificati in base alle parti ed alle operazioni richieste, rende più semplice il processo di valutazione delle materie prime, dei prodotti in lavorazione e dei prodotti finiti a magazzino. Ricorrere a valori basati sui costi standard stabilizza l’influenza dei costi dei materiali.
5) Determinare i prezzi di vendita: I costi standard vengono anche utilizzati per effettuare una intelligente stima dei prezzi di vendita; quando sono disponibili dettagliati costi standard unitari, si possono calcolare i costi ed i prezzi di vendita presunti sulla base dei costi standard, introducendo le opportune modifiche agli standard determinati per tener conto delle condizioni correnti. Similmente viene semplificato anche il problema dell’assorbimento delle spese fisse.
Il costo standard, dunque, se confrontato con il costo effettivo rappresenta un importante metro di valutazione del livello di efficienza nel processo di controllo e assume un ruolo di primaria importanza dal momento che rappresenta la base da cui partire per costruire un sistema di controllo di gestione che supporti il management nelle scelte decisionali.
Bibliografia:
Matz, A., Curry, O.I., Frank, G.W. (2001), Manuale di Contabilità Industriale. Franco Angeli, Milano