Le variabili della Logistica – la mappatura dei flussi

man riding on yellow forklift

Le variabili della Logistica – la mappatura dei flussi

Mappare i flussi in logistica, è assolutamente importante perché avere una visione completa di tutti i flussi aziendali consentirebbe di scegliere i percorsi migliori, ottimizzare quelli non economici, velocizzare la rotazione delle scorte; nella prassi, tuttavia, quasi mai in azienda si riesce ad avere una visione completa dei flussi. Questo articolo si pone l’obiettivo di descrivere cos’è, come si disegna, si calcola e si valuta un flusso.

In primo luogo, se si vuole comprendere meglio che cosa sia un flusso bisogna analizzare il percorso che compiono i materiali. Un’azienda, generalmente, realizza i suoi prodotti in uno o più plant produttivi per poi inviarli direttamente ai clienti o facendoli transitare attraverso una serie di luoghi intermedi (magazzini di stabilimento, magazzini centrali, depositi periferici etc…). A sua volta, anche le modalità con cui i prodotti transitano all’interno di questi centri possono essere diverse. Le più classiche sono:

  • Ricevimento, stoccaggio, prelievo e spedizione ( è la classica attività di magazzino – attività standard );
  • Ricevimento, prelievo e spedizione ( il prodotto non viene tenuto a scorta se non in minima quantità);
  • Ricevimento, ventilazione e spedizione (il prodotto che arriva deve essere spedito nella stessa quantità nella quale è arrivato);
  • Ricevimento e spedizione ( il prodotto viene fatto passare da un automezzo ad un altro – si tratta del c.d. cross docking )

Ovviamente, la scelta di una modalità di transito invece che un ‘altra comporta una serie di costi direttamente proporzionale all’aumento del numero di step intermedi. In altri termini, più passaggi intermedi si fanno più i costi logistici aumenteranno, pertanto, per le merci in transito è necessario effettuare il minor numero di passaggi e raggiungere il cliente finale il prima possibile

Per capire meglio come vanno calcolati i flussi logistici è opportuno costruire una tavola dei flussi logistici. Si parte dal posizionare il numero di centri che stanno “a valle” della produzione specificando, per ciascuno di essi, il tipo di attività prevalente che vi si svolge all’interno. Per ogni centro deve essere, altresì, inserita, la quantità complessiva di prodotto transitata in un anno ( pallet/anno, quintali/anno, colli/anno).

Stabilita la mappa dei centri di stoccaggio e di transito il flusso si chiude mettendo la clientela al termine della catena (fig. 1).

Fig. 1 – Esempio di Mappa dei Centri Operativi

Dopo aver stabilito quali sono i centri di stoccaggio e di transito delle merci non resta che tracciare i percorsi e calcolare le quantità che nel giro di un anno transitano per ciascun percorso. Si devono, pertanto, tracciare le frecce che uniscono i punti di partenza con quelli di arrivo ottenendo così la mappa dei flussi logistici (Fig.2)

Fig. 2 – Trasformazione delle mappa dei centri operativi (Fig. 1) in mappa dei flussi

La mappa dei flussi logistici evidenzia i percorsi standard (con eventuale stoccaggio intermedio), i transiti, le consegne dirette ai clienti etc..

Ad ogni freccia, che dovrebbe essere di larghezza proporzionale al volume transitato, corrisponde un volume trasportato e un costo annuo. Grazie alla mappa dei flussi si potrà, inoltre, calcolare il costo unitario del trasporto che subirà delle variazioni a seconda del tipo di trasporto utilizzato (carichi completi, collettame, altro), del raggio di consegna, del tipo di automezzo. Se in corrispondenza della freccia si indicasse anche il numero degli automezzi che hanno viaggiato nel periodo, si potrebbe verificare anche la quantità di merce trasportata per viaggio e ricavarne la saturazione complessiva della tratta.

Perché è importante costruire una mappa dei flussi

La costruzione della mappa dei flussi porta i seguenti vantaggi:

  • Mette in luce i costi unitari dei vari centri che compongono la rete;
  • Si focalizza sui costi di trasporto per ogni tratta
  • Mette l’accento sul rapporto tra la quantità di prodotto che viene consegnata ai clienti e quella che invece si movimenta. Ne scaturisce un indice di movimentazione che tanto più si allontana dal valore 1 (cui corrisponde la consegna diretta da stabilimento a cliente) tanto più evidenzia una serie di doppie movimentazioni e quindi maggiori costi.

Nella costruzione della mappa dei flussi vanno altresì considerati i seguenti aspetti:

  • La mappa dei flussi deve essere definita sempre con una certa accuratezza
  • E’ bene inserire l’intera mappa in un calcolatore in modo che l’anno seguente si possa ridisegnare una mappa aggiornata in tempi brevi;
  • Ricalcolare la mappa anno dopo anno permette di vedere se nel complesso la situazione migliora o peggiora, se il prodotto segue la strada della polverizzazione della clientela oppure no, se i camion viaggiano più saturi o viceversa, se l’indice di movimentazione diminuisce o se sarà necessario saltare qualche centro di scorta.
  • Una mappa dei flussi ben costruita permette di evidenziare i centri più costosi, quelli meno efficienti, quelli sui quali è inutile mettere le mani (per le ridotte dimensioni, per i costi poco significativi), quelli che bisogna migliorare facendo ricorso all’aiuto di altre funzioni aziendali (per es. la produzione, le vendite, il marketing).

Bibliografia:

C. Ferrozzi, R. Shapiro (2006) Dalla Logistica al Supply Chain Management, ISEDI

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Mi chiamo Francesco Baldin, ho una Laurea Specialistica in Economia Aziendale e un Master in Business Administration. Ho esperienza in ambito Amministrazione, Finanza e Controllo e Acquisti. Da Aprile 2018 sono ideatore e amministratore di un blog professionale che ha come obiettivo la condivisione di articoli, opinioni ed esperienze in ambito economico-aziendale.

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Dott. Francesco Baldin - Treviso - IT
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